mercoledì 27 maggio 2009

Al mare

Questa finesettimana apriremo, salvo imprevisti, la stagione velistica. Probabilmente si reca ad alla solita isoletta sud da Nauvo, sulla rotta che conosciamo talmente bene di non dover consultare la mappa marina o il GPS per evitare gli scogli. Comunque, nel caso mancasse il vento - anche se la barca Classe H è leggera, soprattutto negli stretti fra la terraferma e isole alte tipiche dell'arcipelago di Turku può capitare che si fermi - e si muovesse col motore, la mappa marina serve per studiare i nomi, e nella stessa volta la storia, delle isolette che passano.


Attualmente i pochi isolani residenti nell'arcipelago sud di Turku sono per la maggior parte di madrelingua svedese. Comunque, prima che cominciassero ad arrivare, probabilmente nel medievo scandinavo a partire dal XII secolo i coloni svedesi, l'arcipelago era l'erämaa - la selva nella quale abitanti di un determinato villaggio o addirrittura famiglia avevano il diritto di praticare la caccia e la pesca - dei finnici. Anche dopo che ci sono stabiliti gli svedesi, i contatti sono rimasti sempre stretti.

I rapporti stretti si manifestano nei nomi dei luoghi, spesso misti fra i le due lingue e a volte divertissimi. C'è una certa gradazione: Nord da Turku i nomi sono prevalemente finlandesi e non necessariamente tradotti. Poi, spostandosi si al sud e al ovest, si incontra per lo più nomi apparentemente svedesi, ma di origine finlandese, i quali pian piano danno spazio ai nomi prevalentemente svedesi.

A volte capita che c'è una doppia traduzione, prima dalla finlandese in svedese, poi dallo svedese in finlandese. L'esempio più noto sarebbe Korpo (in svedese)/ Korppoo (in finlandese), fino all'inizio anno un comune independente. La stemma del comune portava l'immagine del corvo, korp in svedese. Ma in realtà, il nome deliverebbe dalla parola finlandese korpi, il bosco fitto che cresce sul terreno leggermente paludoso. In alcuni casi poi i nomi svedesi conservano dei tratti e parole della finlandese arcaico. Per esempio, ci sono diversi nomi svedesi che finiscono con -lax, una diretta abbreviazione della parola laksi, trasformata in lahti, 'baia', nella lingua moderna. La influenza finlandese si sente forte fino a Houtskär, da hautasaari, 'isola delle tombe', il punto più occidentale prima dell'Åland. Mi pare poi che ci sia qualche nome di posto finlandese fino all'Åland

Nella parte settentrionale dell'arcipelago invece lo sviluppo è stato, a volte, opposto: I nomi originali svedesi ormai esistono solo nella forma finladese. Uno dei più divertenti è Hurusei a Kustavi. In finlandese non ha alcun senso, ma scovando i documenti si scopre che una volta l'isola si chiamava Furuskär, 'isoletta dei pini' in svedese.

Infine, ci sono dei nomi interessanti di cui origine non sono stata capace di scavare al net o parlando coi velisti più navigati. Il più importante è Nauvo/Nagu, nome di un altro vecchio comune "isolano". C'è un comune di nome Sauvo in finlandese, tradotto in Sagu in svedese nel Varsinais-Suomi "finlandese". Ma mentre l'origine di Sauvo è probabilmente sauva 'bastone', 'stecco' e il verbo sauvoa, in finlandese moderno non esiste una parola che si possa chiaramente legare al nome Nauvo. Forse si tratta di una parola arcaica finlandese o estone, visto che i dialetti del sudovest finlandese portano ancora chiare influenze del dialetto archaico del Virumaa, grazie agli stretti contatti circa un millenio fa. Un altro nome affascinante è quello dell'isola Kait sud del Kyrklandet di Korppoo. Anche quest'estate, passando da quei parti indagherò, così come cercherò di scattare delle foto sui posti più belli e storicamente relevanti per il blog.

Nel frattempo, Till Havs, qui nella versione dello svedese J. Reuter. La stessa poema Ha ispirato pure Jean Sibelius per una composizione corale, ma l'emozione trasmesso dal grande Jussi Björling, che scappava all'arcipelago di Stoccolma appena poteva, qui è insuperabile.

lunedì 25 maggio 2009

1809

La settimana prossima trascorrerò la finesettimana in Svezia sudorientale, nella regione di Småland conosciuto, nel Mondo, soprattutto grazie ad Astrid Lindgren, l'autore d'infanzia, che ne era originaria. Alcuni dei suoi libri più amati, soprattutto Emil, Kalle Blomqvist, il grande detective (diventato, negli ultimi anni, attuale soprattutto grazie ai libri di Stieg Larsson, definiti dall'autore stesso "avventure da Kalle Blomqvist cresciuto") e la serie Alla vi barn i Bullerby hanno l'ambientazione esplicitamente smålandese. Più precisamente, mi recerò alla cittadina di Oskarshamn, sulla costa baltica, davanti all'isola Öland.

Cercando delle informazioni sulla mia metà mi sono resa conto che Oskarshamn è una classica città scandinava che che porta il nome del regnante o un personaggio importante dell'epoca nella quale è stata fondata o ha ricevuto i diritti cittadini. Nel questi caso il regnante sarebbe stato Oscar I, figlio del generale napoleonico Jean Babtiste Bernadotte, diventato Carlo XIV della Svezia dopo la crisi seguente alla perdita della Finlandia nella guerra contro la Russia. Un regnante di cui mi sono resa conto di sapere ben poco. Nella scuola si è partito, più o meno, dall'idea che una volta le truppe svedesi s'erano arresu o ritirati dietro Tornionjoki, in Svezia vissero tutti felici e contenti, al riparo dalla storia fatto delle guerre e trattati di pace.

E invece, studiando la storia dell'epoca per conto mio , ho scoperto gli eventi scatenate dalla Guerra della Finlandia, nella vecchia "madre padria" - che poi una tale non fu considerato, ne dagli svedesi, ne dai finlandesi, per i quali le regioni finlandesi erano una parte integrale del Regno, non semplici colonie - furono drammatici. Già il '700 era stato, per la Svezia - come per il resto dell'Europa- il secolo dei grandi cambiamenti politici e sociali, anche se ad esprimere il proprio disconteto in Svezia erano, paradossalmente, gli aristocratici timorosi del perdere il potere. Mentre Gustavo III aveva almeno inzialmente fruttato le tensioni per rafforzare il proprio potere, suo figlio Gustavo IV Adolfo non sapeva gestire la situazione dopo l'ascesa in potere di Napoleone. Profondamente religioso, bevve in pieno la propaganda dell'epoca che dipingeva Napoleone come l'Anticristo. La sua avversione ideologica verso Napoleone gli impedì di fare delle decisioni che sarebbero, sicuramente, a lungo andata, stati più vantaggiosi per la Svezia.

Però furono, fondamentalmente, i disastri militari a scattare la rivolta contro Gustavo IV Adolfo. Già la condotta della spedizione contro i francesi in Pomerania nel 1805 fu tutt'altro che gloriosa e lasciò perplesso alti ufficiali con l'esperienza combattiva. La guerra contro i russi scoppiato nel 1808 aveva dei decisamente imbarazzanti. Soprattutto la resa senza battaglia della fortezza marina di Sveaborg, il "Gibraltar del Nord", pesava sull'onore militare. Così, nello stesso giorno che l'imperatore russo Alessandro I proclamò, a Porvoo, la Finlandia ormai parte dell'Impero russo, sette militari arrestarono a Stoccolma il Re e la sua famiglia. In parole povere, nel paese che venisse, nei secoli seguenti, conosciuto come una delle democrazie più stabili, ebbe luogo un golpe militare.

Il coup dette l'inzio alla lotta per il potere fra le varie frazioni. Furono fatti diverse proposte su chi dovrebbe sostituire il Re, ma alla fine la scelta cadde sulla duca Carlo, fratello minore di Gustavo III e zio di Gustavo IV Adolfo. La scelta era provvisoria, visto che il duca, che prese il nome da regnante Carlo XIII, era già avanti con gli anni, non aveva dei figli e, per l'aggiunto, subì una paralisi poco dopo la sua incoronazione. Quindi rimaneva aperta la successione al trono. La prima scelta cadde sul Kristian August del Augustenburg, un principe danese che era già stato regnante della Norvegia, il territorio i svedesi speravano di strappare dalla Danimarca. Kristian August però poteva godere della sua posizione da Principe Ereditario solo per pochi mesi, visto che ebbe un infarto fatale nel 1810. In Svezia viene, probabilmente, ricordato più che altro per la rissa scoppiata durante il suo funerale, nella quale la folla inferocita picchiò a morte Axel von Fersen il giovane (famoso per essere stato l'amante di Maria Antonietta della Francia) , accusato di aver avvelenato il Principe Ereditario.

Dopo il morte del Kristian August era soprattutto l'opinione delle forze armate che contava nella scelta del successore. Gli ufficiali erano rimasti impressi da un certo Jean Babtiste Bernadotte, un generale francese che aveva trattato bene i prigioneri svedesi presi durante la presa di Lubecca. Risolto alcuni piccoli problemi - la fede cattolica e repubblicana di Bernadotte, l'involontà di moglia Desirée di trasferirsi ad un paese remoto e l'iniziale opposizione del Re contro un successore di origini decisamente comuni - Bernadotte diventò il Principe Ereditario, con il nome di Carl Enrico. Nel 1813 e nel 1814 guidò le truppe svedesi impegnati nella coalizione contro il cognato - sorella di Desirée, lei stessa una vecchia fidanzatina dell'Imperatore, era sposata con fratello di Napoleone-, ottenendo, finalmente, il territorio norvegese. Si dice che Bernadotte abbia avuto, dopo la caduta finale di Napoleone, aspirazione per la corona francese, poi spezzati nel Congresso di Vienna, dove fu stabilito la ristorazione del potere delle casate regenanti prima dell'era napoleonica.

In ogni caso, salì nel trono svedese nel 1818, e regnò per 25 anni. Purché ebbe solo un figlio maschio da moglie Désirée, la Casata da lui fondato prospera dopo 200 anni dell'arrivo di Jean Babtiste Bernadotte in Svezia, complice della politica cauta di tenersi fuori dai conflitti armati rimasto infranto dal 1814.

mercoledì 13 maggio 2009

Euroviisut

Il pubblico italiano, si sa, non ha mai dimostrato tanto interesse verso l'Eurofestival, oppure la manifestazione musicale dell'EBU. Dopo tutto, il concorso fu ispirato da San Remo, e può sembrarne una brutta copia. Ma ci sono diversi paesi europei dov'è stato - ed è ancora - un gran avvenimento, una parte integrale della cultura popolare, inclusa la Finlandia.


La Finlandia participa all'Eurofestival dal 1961. L'unica presenza mancata per la volontà dell'YLE, sale al 1970, quando i paesi nordici si ritirarono per la protesta contro il sistema di votazione che nell'anno precedente aveva prodotto ben 4 vincitori a pari merito. Prima della vittoria del Lordi nel 2006 i risultati ottenuti non sono stati per niente incoraggianti. Effettivamente, purché fosse stato un finlandese ad inventare il famoso sistema di punteggio in uso dal 1975 dove ogni paese votante dà 12 punti alla canzone preferita, 10 alla seconda, 8 alla terza, 7 alla quarta e 6 alla quinta e così via fino ad un punto, l'ultima 12 ricevuta dalla Finlandia nella gara prima della impresa del risaliva al 1977. E sarà stato per il pure sisu - o forse masochismo ? - che si è continuato a partecipare nella gara negli anni '90, quando lo scioglimento del blocco sovietico quasi radoppiò il numero dei paesi partecipanti, e i paesi con punteggio più basso vennero esclusi dalla gara l'anno seguente. La Finlandia, che era puntualmente fra i paesi meno votati, saltava la gara ogni due anni.

Gli anni dell'oro del concorso sono stati, senza un ombra del dubbio, quelli fra 1965 e 1985 circa, e soprattutto negli anni '70. Diverse canzoni dell'epoca sono stati dei successi internazionali e sono diventati degli evergreen . Comunque già a metà anni '80, il regolamento poco in linea con quello che succedeva realmente nel mondo della musica -e il successo dei gruppetti ispirati ai vincitori glam del 1974, ABBA, senza però il talento dei musicale dei due autori, avevano trasformato il concorso a quello che rimane, in diversi paesi dell'Europa occidentale: Un evento camp dell'anno, apprezzato sopratutto dalle communità gay.

Evidentemente, in Finlandia rurale post-era Kekkonen, dalla quale risalgano i miei primi ricordi sugli Euroviisut, si sapeva ben poco degli aspetti carnevalistici dell'evento. Per le bambine che frequentavano le elementari, era, insieme ai concorsi di bellezza, l'unica trasmissione televisiva con un pizzico del glamour sui due canali YLE - unici che si vedeva nella zona. L'attesa per l'evento dell'anno cominciava già mesi prima, quando fu eletto il rappresentante finlandese. Independentemente a chi lo sceglieva - a volte il pubblico poteva dire il suo votando per le cartoline, a volte la scelta cadeva alla giuria di qualità - solitamente non era la canzone "internazionale e moderna" per la quale tenevamo. In ogni caso, finché non vinceva il cantante iskelmä - schlager finlandese - con la humppa - un subgenere del liscio ritmicamente simile alla marcia militare-, eravamo contenti, visto che almeno non ci facevano passare dai completi juntti,
ovvero "boscaioli" di cui gusti musicali erano rimasti indietro decenni rispetto le altre nazioni.

Un paio di settimane prima del grande evento poi l'YLE passava "i video" musicali preparati dai vari paesi concorrenti sulla lora canzone. Qui la Finlandia, solitamente, se passava bene. Mentre parecchi altri paesi mandavano semplicemente il filmato tratto dalla finale nazionale o una spudorata puubblicità turistica, la Finlandia solitamente aveva preparato un video magari tecnicamente scarsa, ma almeno affine alla tema della canzone. Dopo i programmi - spesso registrati da una sorella maggiore - si accendeva il dibattito sui meriti delle canzoni. La canzone più discusse sarà stata Diggiloo, l'eventuale vincitore della edizione 1984, visto che venne esequita da un boyband ante literem Herreys. Le ragazze erano, evidentemente, grandissime fan degli svedesi danzanti, mentre i ragazzi trovavano poco convincenti i sorrisi americani e stivaletti d'oro del gruppo.

La grande serata arrivava sempre in maggio. Nelle famiglie che possedavano un videoregistratore forse era possibile rispettare normali orari, mettendo i bambini a dormire alle nove e poi facendo vedere la registrazione del concorso il giorno dopo. Non era caso della mia famiglia nei primi anni '80. Quindi, la notte dei Euroviisut era una delle poche occasioni nelle quali avevo il permesso di stare sveglia fino alla mezzanotte. Alla tenerissima età sarò addormetata ben prima del conteggio dei punti, ma a metà anni '80 ero già diventata nottambula, ed aspettavo col fiato sospeso che gli annunciatori dei vari paesi membri dell'EBU telefonassero per dare i risultatati della loro giuria. Ho capito ben presto quanto la votazione fosse inluenzata dai gusti musicali diversi nei paesi diversi, anche se certe finezze politiche mi scappavano. Per esempio, la Finlandia aveva un punto debole per la canzone italiana - l'Italia rimane il paese che ha ricevuto più volte i 12 punti dalla Finlandia, ben 4 volte. Inoltre, anche se l'Italia non partecipa al concorso da 12 anni, rimane secondo nella graduatoria dei paesi per il punteggio complessivo (a pari merito con l'Israele) coi 115 punti. L'amore non è stato ricambiato, le giurie italiane sono state fra i più severi coi finlandesi, premiando la canzone solo in due occasioni, comunque con un bel 7 (cioé il punteggio quarto più alto).

Con gli anni poi l'entuasiasmo inflantile legato agli Euroviisut è svanito un po'. Già per una adolescente il concorso non rappresentava mica più l'avanguardia musicale. Ma l'aspetto internazionale, a partire dalle "cartoline" e dagli spettacoli da intervallo preparati dal paese ospite fino agli accenti dei annunciatori dei punti - non più funzionari dell'emmittente pubblico, ma piuttosto personaggi spesso legati al concorso - continua ad affascinarmi. Senza l'Euroviisut sicuramente non avrei mai sentito nemmeno parlare degli artisti più amati della, che ne so, Moldova o della Croazia. E avrei dovuto aspettare parecchi anni per sentire la musica di Fraco Battiato - per quanto ero rimasta impressa dalle scarpe d'oro dei ragazzi di Herreys, sono rimasta completamente invaghita dalle sonorità di Treni per Tozeur, tanto che ho cercato la canzone per anni dopo. Ho cominciato anche ad apprezzare il lato camp, evidente nelle diverse canzoni delle dubbie qualità musicali, e il fatto che la canzone finlandese non rispondesse più ai miei gusti personali o quelli del pubblico europeo non mi pesa più.

Quindi, per chi ha la possibilità di seguire il concorso, buon divertimento ! Per gli altri, una chicca dalla storia degli Euroviisut, la voce biancoblu Katri-Helena con Katson sineen taivaan gradita dalla giuria italiana (sarà stata per colore dei capelli della cantante o per la parola clou foneticamente molto riconocibile per gli italiani ?), ma ignorata più o meno dal resto dell'Europa.


lunedì 11 maggio 2009

Chiese di legno

Mi pare che la mezza Finlandia - e pure diversi italiani- abbia ormai detto il suo sul commento ormai famoso del Presidente del Consiglio sulle chiese di legno nostrane. Devo cedere alla tentazione pure io, visto che la famiglia di mio padre viva, da secoli, dalle parti nelle quali si trovano due chiese di legno del '700 più famosi del paese le vanha kirkko , 'le chiese vecchie', di Petäjävesi, patrimonio UNESCO, e di Keuruu. Per dire, non posso dire con l'assoluta certezza che i miei antennati ci siano stati battezzati, cresimati, sposati e sepolti, ma sospetto che almeno la chiesa di Keuruu avesse avuto un ruolo importante nella loro vita spirituale, visto che i luoghi dove vissero appartenevano nel vecchio parrocchio di Keuruu .

Quello che so, di certo, è quanto fosse stato legato alla sua terra e alle sue tradizioni mio nonno paterno. Non solo ha tramandato le storie che si raccontava nella famiglia ai figli e, in minor misura, a noi nipoti. È, in effetti, stato fra i fondatori di un associazione dedicato alla conservazione degli beni culturali della zona. Da un fabbro diventato insegnante ha collezionato soprattutto degli oggetti per l'uso comune, scelti per la forma e per la funzionalità. Ha lottato per la conservazione di alcuni mulini e un palude che, nella sua infanzia gli era importante. Soprattutto ha insegnato l'importanza della memoria - sapere chi siamo e di dove veniamo. Per lui queste chiese, dimenticate già nel '800, quando furono costruiti delle chiese più spaziose, delle materiali importate e ben più preziosi del legno di cui erano pieno le foreste, erano l'espressione più alta della cultura popolare della Keski-Suomi, un terreno di confine fra la Pohjanmaa e la Savo.

E credo proprio che mi abbia insegnato bene mio nonno, visto che non appena ho sentito il commento di Berlusconi sulla chiesa "remota" del '700 che, presumibilmente avrebbe visitato in Finlandia, ho pensato alla Vanha kirkko di Petäjävesi. Non mi è risultato difficile immaginare i sentimenti dei padroni di casa, la fonte del loro "orgoglio". Non stavano, a loro parere, dimostrando solo un'importante interpretazione dell'architettura gotica e rinascimentale di cui valore fu, del resto, notato la prima volta dal famoso storico d'arte austriaco. Stavano raccontando la loro storia, la loro eredità culturale, pure i loro ricordi personali. Per quanto fantomatici possano essere poi loro o la loro chiesa, credo che non fosse eccessivo di chiedere al sig. Berlusconi - proprio così, una persona qualsiasi, non un politico che ricopre un incarico politico, ma una persona che fa parte della società - di dimostrare a loro lo stesso rispetto che lui ha chiesto ad altrui quando parlano dei suoi fatti personali.